Architetto italiano. Figlio dell'architetto Pio, laureatosi nel 1904,
seguì le orme paterne, divenendo l'architetto ufficiale del Fascismo, di
cui seppe interpretare fedelmente le monumentali pretese architettoniche.
Insegnante di Urbanistica all'Istituto superiore di architettura di Roma,
divenne accademico d'Italia nel 1929, segretario dell'Accademia stessa, membro
del Consiglio superiore dei lavori pubblici; diresse inoltre la rivista
"Architettura" e fu membro di ogni tipo di giurie e commissioni. La sua
produzione architettonica fu vastissima, e ancor oggi, con lo stile monumentale
che la distingue, caratterizza molte città italiane. L'elenco delle opere
realizzate da
P. comprende tra l'altro il centro di Brescia (1932), di
Bergamo nuova (1927), di Genova, l'università di Roma, i palazzi di
giustizia di Milano e Messina, vari teatri e cinema romani, il palazzo delle
assicurazioni sociali di Milano (1930), tutte con le medesime caratteristiche
stilistiche (Roma 1881-1960).